Il complesso del S. Spirito oggi. (da Google Earth) |
L’area su cui sorge l’antico ospedale S. Spirito in
Sassia fu occupata fin dall’VIII secolo da alcuni edifici adibiti all'assistenza dei pellegrini inglesi a Roma (schola Saxonum). Nel corso dei secoli il
complesso fu seriamente danneggiato finché nel 1198 Innocenzo III dei
Conti di Segni (1198-1216) ottenne dal re Giovanni Senza Terra il permesso di
costruire un nuovo ospedale. Nel 1470 l’edificio fu devastato da un incendio,
perciò Sisto IV della Rovere (1471-1484) ne ordinò la ricostruzione.
L'antico ospedale S. Spirito (da Google Earth) |
L’ospedale
di Sisto IV era costituito da una lunga corsia rettangolare (la corsia Sistina)
suddivisa in due ali da un tiburio ottagono collocato al centro della stessa. Nel 1660 Alessandro VII
Chigi (1655-1667) fece costruire, partendo dal tiburio, una nuova corsia (chiamata
Alessandrina), perpendicolare a quella Sistina. Alla fine del Seicento l’ospedale
poteva ospitare 400 malati e offrire un ricovero a 300 zitelle. Il tiburio, che
aveva la funzione di mettere in comunicazione i due bracci della corsia Sistina
con la corsia Alessandrina, è alto 32 metri.
F. Severati: stemma di Innocenzo III (foto M. Gradozzi) |
All'esterno il tiburio ottagono è
diviso in due ordini; gli otto lati dell’ordine superiore sono scanditi da
quattro bifore (ormai chiuse) e quattro trifore. Nel 1865 l’architetto
Francesco Azzurri commissionò al pittore Filippo Severati otto maioliche (ciascun
lato con trifora ne aveva due) raffiguranti gli stemmi dei papi che
parteciparono alla costruzione dell’ospedale.
F. Severati: stemma di Eugenio IV (foto M. Gradozzi) |
Il pittore romano Filippo
Severati (1819-1892) è noto per aver realizzato nel Cimitero Monumentale del
Verano oltre 250 ritratti, utilizzando un composto speciale – la formula è
ancora segreta - che ha mantenuto i colori vivi a distanza di 150 anni.
F. Severati: stemma di Pio IX (foto M. Gradozzi) |
F. Severati: stemma di Pio VI (foto M. Gradozzi) |