martedì 8 novembre 2016

La gloriosa "casa Giacometti"

Il ristorante Scarpone (casa Giacometti)
in via di S. Pancrazio
(foto Marco Gradozzi)
Il tempo che passa lenisce il dolore e a volte nasconde del tutto i luoghi dove l’odore della morte è stato fortissimo. Uno di questi è situato nella parte di Villa Pamphilj più vicina alle Mura, dove nel 1849 ebbe luogo la terribile battaglia che segnò la fine della Repubblica Romana di Mazzini e Garibaldi. La storia è nota, le truppe francesi chiamate a sostenere Pio IX, comandate dall'infame generale Oudinot, attaccarono a tradimento le postazioni garibaldine, facendole retrocedere dalla Villa Corsini fino all’interno delle Mura gianicolensi.

La battaglia di Villa Pamphilj in una
stampa di fine Ottocento.
Gli edifici di quell'area, sottoposti al tiro incrociato dell‘artiglieria francese e garibaldina, furono sventrati e quindi demoliti oppure ricostruiti in altra forma; tutti tranne uno, la famosa “casa Giacometti”. Il casale, acquistato nel 1816 da Antonio Adducci, è la sede del conosciutissimo ristorante Scarpone, in via di S. Pancrazio. Nel racconto tramandato dal romanista Ceccarius (Giuseppe Ceccarelli) in un famoso libro (Osterie Romane, 1929) il soprannome Scarpone venne creato da Garibaldi per il proprietario della locanda, che forse per poter lavorare comodamente la terra intorno alla casa utilizzava scarpe troppo grandi.

L'area della battaglia nel plastico del
Museo della Repubblica Romana e
della memoria garibaldina
(foto Marco Gradozzi)
Durante l’assedio francese del 1849 l’osteria, insieme al Vascello, era il punto più avanzato della difesa garibaldina. Nella stalla dell’osteria morì il 3 giugno il ventiduenne Enrico Dandolo, ufficiale del primo battaglione dei bersaglieri lombardi comandato da Luciano Manara. Il ragazzo uscì da Porta S. Pancrazio per un assalto alla Villa Corsini; durante lo scontro Dandolo si avvicinò a un gruppo di militari francesi che sembravano però volersi arrendere. A trenta passi di distanza scattò la trappola, i francesi si spostarono e una tremenda scarica di colpi si abbatté sui bersaglieri e su Dandolo. Portato nella casa Giacometti il giovane ufficiale morì tra le braccia dell’amico Emilio Morosini.

Sull'area della Villa Corsini fu costruito
nel 1856 l'Arco dei Quattro Venti
(Andrea Busiri Vici) - da Google Earth
Nel 1936 fu progettato l’allargamento della strada e la demolizione dell’edificio, tuttavia, l’intervento della Società di Mutuo Soccorso “Giuseppe Garibaldi” e della Commissione esecutiva per l’erezione del Mausoleo Ossario gianicolense scongiurò il pericolo.

La palla di cannone conficcata nel
muro di cinta di Villa Pamphilj
(foto Marco Gradozzi)