sabato 29 agosto 2015

I privilegiati di via del Babuino

Via del Babuino (strada Paulina) nel 1577 (Duperac)
Le mappe di Roma realizzate nel Cinquecento mostrano come la zona che dalle pendici del Pincio giungeva fino alla strada oggi conosciuta con il nome di via del Babuino fosse ancora poco abitata. Le poche case erano circondate da horti privati, mentre sul colle spiccavano la chiesa della Trinità e villa Crescenzi (poi Medici). Il primo ad occuparsi della strada che metteva in comunicazione piazza delle Trinità (piazza di Spagna) con piazza del Popolo fu Clemente VII Medici (1525), seguito da Paolo III Farnese (1540). Nonostante i lavori la strada, chiamata all'epoca via Paulina, era ancora semideserta e abitata da povera gente, tanto che il tratto prossimo a piazza del Popolo era chiamato Borghetto dei poveri. Per popolare la strada e la zona circostante Paolo III puntò sugli artisti e sugli artigiani stranieri, perciò furono esentati dal pagamento della tassa sulla professione i forestieri che avevano avviato un’attività in via Paulina, così come furono esentati dal pagamento della tassa sulla proprietà gli stranieri che avevano acquistato un immobile nella zona. L’idea di Paolo III ebbe evidentemente successo, infatti, Sisto V (1585-1590) stabilì le stesse agevolazioni per stranieri che sceglievano di lavorare o vivere in via Sistina. Quando questi privilegi furono aboliti da Urbano VIII Barberini (1623-1644), scoppiò il finimondo.

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