lunedì 8 febbraio 2016

I delatori di malattie di piazza delle Coppelle

La lapide della chiesa di
S. Salvatore alle Coppelle
(foto Marco Gradozzi)
Sul fianco sinistro della chiesa di S. Salvatore alle Coppelle spicca una curiosa lapide in forma di cassetta postale.

ANNO IUBILEI MDCCL - QUI DEVONO METTERE I VIGLIETTI TUTTI GLI OSTI, ALBERGATORI, LOCANDIERI ED ALTRI, PER DARE NOTIZIA DE FORESTIERI CHE SI INFERMANO NELLE LORO CASE ALLA VENERABILE CONFRATERNITA DELLA DIVINA PERSEVERANZA, CON AUTORITà APOSTOLICA ERETTA A TENORE DELL’ULTIMO EDITTO DELL’EMINENTISSIMO VICARIO EMANATO IL Dì XVII DECEMBRE MDCCXLIX


La lapide fa riferimento a un editto del 1749 (vigilia del Giubileo) che puniva quei locandieri che non denunciavano la presenza di clienti malati alla Confraternita del SS. Sacramento della Divina Perseveranza. I “viglietti”, scritti dagli albergatori, venivano esaminati dai membri della Confraternita, fondata nel 1633 da monsignor Mario Fani. L’istituto, che aveva la sua sede all’interno della chiesa di S. Salvatore, forniva assistenza spirituale e materiale alle persone inferme che risiedevano negli alberghi e locande di Roma. Probabilmente l’autorità religiosa voleva tutelare un’importante fonte di guadagno come il Giubileo dal rischio di pericolose epidemie. Dal 1919 la chiesa è gestita dal clero greco-rumeno; la Confraternita non esiste più.

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