Piazza Bucarest-L'obelisco di Antinoo (foto Marco Gradozzi) |
L’obelisco di piazza Bucarest, quasi nascosto
tra i viali alberati del Pincio, non fu realizzato per celebrare divinità,
imperatori o imprese militari; è soltanto il ricordo di un ragazzo e di un
amore finito tragicamente. L’imperatore Adriano
(117-138 d.C.) è uno dei personaggi più interessanti del mondo antico, non solo
per la sua azione politica, ma anche per il pensiero filosofico e la sua idea
di architettura. Quando il suo prediletto Antinoo
morì (†130
d.C.), l’imperatore costruì per lui una tomba,
segnalata da un obelisco in granito rosa
su cui furono incise scene cultuali che raffigurano Osiride-Antinoo e
Adriano di fronte a varie divinità egizie. La tomba non fu mai trovata,
perciò nel corso dei secoli sono state formulate moltissime ipotesi.
L'area di Vigna Barberini, a pochi metri dal Colosseo (Google Earth). |
La più
recente appartiene all’archeologo Filippo
Coarelli, che ha così tradotto uno dei geroglifici dell’obelisco: «L’Osiris
Antinoo … che riposa in questa tomba (situata) nei giardini dell’imperatore in
Roma». Sulla base di questa traduzione il Coarelli immagina che il povero
Antinoo sia stato sepolto a Roma, in un giardino dedicato ad Adriano. Il
luogo presunto sarebbe un’area del Palatino molto conosciuta, la Vigna Barberini, dove anticamente erano
situati i giardini di Adriano. Fu in quel punto, secondo il Coarelli, che
venne realizzata la tomba di Antinoo (forse un semplice tumulo), di
fronte alla quale l’imperatore fece innalzare un obelisco commemorativo.
Il cosiddetto Sessorium (Google Earth) |
Quasi
un secolo dopo, nel 218 d.C., l’imperatore Elagabalo
(218-222 d.C.) utilizzò i giardini di
Adriano per costruirvi il suo tempio, perciò l’obelisco di Antinoo fu
spostato e collocato sulla spina del Circo Variano, all’interno di un
complesso residenziale (il Sessorium) che apparteneva alla famiglia imperiale, costruito sulla sommità del Celio all’inizio del III secolo, durante il regno dei Severi. Nel IV secolo Elena (madre dell’imperatore
Costantino) trasformò l'Atrium del Sessorium nella chiesa di S. Croce in Gerusalemme. Le
recenti scoperte archeologiche nell’area hanno evidenziato le gigantesche
dimensioni del Circo Variano (situato
tra via Eleniana e via Crotone), che misurava 630 metri di lunghezza, (il Circo
Massimo misura “soltanto” 621 metri).
Via Ozieri/via Nuoro-L'epigrafe dei fratelli Saccocci (foto Marco Gradozzi). |
Nel 1570 i fratelli Saccocci,
proprietari della vigna sotto la quale era interrato il Circo, ritrovarono l’obelisco, innalzandolo di nuovo e ricordando la
loro impresa con un’epigrafe oggi collocata
sotto un fornice dell’Acqua Felice, tra via Ozieri e via Nuoro. Nel 1589
l’erudito Michele Mercati scrisse Obelischi di Roma, senza però nominare l’obelisco del Circo Variano, probabilmente perché
all’epoca era di nuovo caduto a terra. Nel 1632
il monumento (rotto in due pezzi) fu trasportato di fronte a Palazzo Barberini. Nel 1773 Cornelia Barberini lo donò a papa Clemente XIV (1769-1774), che lo fece
collocare nel Cortile della Pigna in
Vaticano. Successivamente Pio VI Braschi
(1775-1799) pensò di sistemare il monumento sopra il bellissimo basamento della
Colonna Antonina (anch’esso in Vaticano).
Piazza Bucarest-L'iscrizione celebrativa di Pio VII (foto Marco Gradozzi) |
Nel 1822 il pontefice Pio VII (1800-1823) fece innalzare
l’obelisco in un piccolo piazzale del Pincio, oggi denominato piazza Bucarest.
I lavori furono diretti dall’architetto Giuseppe
Marini. L’obelisco è alto 9,25 metri; con il basamento e la stella sulla
cima raggiunge 17,26 metri.
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