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La vasca di piazza Venezia oggi sul Pincio (foto Marco Gradozzi). |
L’antica
vasca romana attualmente collocata sul Pincio, in un piccolo slargo di viale Gabriele
D’Annunzio, è ormai da decenni ai margini della vita cittadina, invisibile alla
massa di gente che quotidianamente scende dal colle verso l’elegante piazza
del Popolo; eppure, ne avrebbe di storie da raccontare. Nel Rinascimento era
diffusa tra le famiglie romane più importanti l’abitudine di collocare una
vasca antica vicino all'ingresso del loro palazzo; ovviamente la vasca era vuota poiché il ritorno dell’acqua a Roma avvenne nel periodo 1570-1612
(acqua Vergine, acqua Felice e acqua Paola). A questa moda non sfuggì neanche Paolo
II Barbo (1464-1471) che, nei primi anni del suo pontificato, per abbellire la piazza
su cui affacciavano palazzo Barbo e il suo viridarium,
fece prelevare dalla piazza antistante la chiesa di S. Giacomo al Colosseo (non più esistente) una
vasca in granito, lì pervenuta dalle Terme di Caracalla. Da quel giorno (27
gennaio 1466) la piazza (oggi nota come piazza Venezia) fu chiamata "piazza della Concha" (il latino concha indicava sia il guscio della
conchiglia sia qualunque oggetto di tale forma, quindi anche una vasca).
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La vasca di Paolo III Farnese (Van Cleef, prima del 1545) |
La moda
della vasca vuota contagiò anche Paolo III Farnese (1534-1549), che fece
trasportare di fronte a Palazzo Farnese una vasca proveniente anch’essa dalle
Terme di Caracalla (era la gemella di quella di piazza della Concha); lo spostamento avvenne sicuramente
prima del 1545, data del disegno in cui Van Cleef illustra una corrida in
piazza Farnese (nel disegno gli spettatori sono addirittura all’interno della
vasca, probabilmente per proteggersi dal toro).
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Le vasche gemelle di piazza Farnese nel Settecento (Vasi). |
In seguito al restauro dell’acqua
Vergine (1570) la Camera Apostolica stabilì che alcune piazze sarebbero state
dotate di fontane: tra queste, piazza Venezia e piazza Farnese. Poco prima che
l’Acqua Vergine raggiungesse palazzo Venezia (1587) l’influente cardinale
Alessandro Farnese (nipote del defunto Paolo III), avendo intravisto la
possibilità di avere di fronte al suo palazzo due vasche uguali, fece prelevare
da piazza Venezia quella portata da Paolo II, rimpiazzandola con una vasca
egizia in granito proveniente da una vigna di sua proprietà (era situata nei
pressi della chiesa di S. Lorenzo fuori le Mura). Tuttavia, l’acqua Vergine non
giunse mai in piazza Farnese, che fu rifornita soltanto dopo il 1612 (arrivo
dell’acqua Paola tramite ponte Sisto).
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Sullo sfondo la fontana di Giacomo
Della Porta, addossata alla facciata
del palazzetto S. Marco in
piazza Venezia (Vasi).
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L’architetto comunale Giacomo Della
Porta immaginò che la fontana di piazza Venezia meritasse un fondale
strepitoso, perciò, il 4 gennaio la colossale statua di Marforio (rinvenuta
presso l’arco di Settimio Severo) fu collocata accanto alla nuova vasca di
piazza della Concha; incredibilmente
però, qualche settimana dopo si decise di spostare l’enorme monumento sul
Campidoglio. Finalmente, nel 1592 la fontana di piazza della Concha venne inaugurata; la nuova vasca in granito,
addossata al palazzetto S. Marco, fu calata in una piscina scavata
appositamente per adattare il suo livello a quello del condotto dell'acqua
Vergine.
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Lo sfondo attuale di piazza Venezia non è più occupato dal (demolito) palazzetto S. Marco, ma dal Vittoriano (foto Marco Gradozzi). |
Purtroppo la fontana divenne in breve tempo inutilizzabile, sommersa da terra e
sporcizia. Nel 1860 la fontana fu smontata, mentre la vasca fu spostata sul
Pincio. Nel 1941 la vasca fu arretrata di qualche metro per favorire la
viabilità; nel 1951 fu ripristinata come fontana.