Il ristorante Scarpone (casa Giacometti) in via di S. Pancrazio (foto Marco Gradozzi) |
Il tempo che passa lenisce il dolore e a volte
nasconde del tutto i luoghi dove l’odore della morte è stato fortissimo. Uno di
questi è situato nella parte di Villa Pamphilj più vicina alle Mura, dove nel
1849 ebbe luogo la terribile battaglia che segnò la fine della Repubblica
Romana di Mazzini e Garibaldi. La storia è nota, le truppe francesi chiamate a
sostenere Pio IX, comandate dall'infame generale Oudinot, attaccarono a tradimento
le postazioni garibaldine, facendole retrocedere dalla Villa Corsini fino all’interno
delle Mura gianicolensi.
La battaglia di Villa Pamphilj in una stampa di fine Ottocento. |
Gli edifici di quell'area, sottoposti al tiro
incrociato dell‘artiglieria francese e garibaldina, furono sventrati e quindi
demoliti oppure ricostruiti in altra forma; tutti tranne uno, la famosa “casa
Giacometti”. Il casale, acquistato nel 1816 da Antonio Adducci, è la sede del conosciutissimo
ristorante Scarpone, in via di S. Pancrazio. Nel racconto tramandato dal
romanista Ceccarius (Giuseppe Ceccarelli) in un famoso libro (Osterie Romane, 1929)
il soprannome Scarpone venne creato da Garibaldi per il proprietario della
locanda, che forse per poter lavorare comodamente la terra intorno alla casa
utilizzava scarpe troppo grandi.
L'area della battaglia nel plastico del Museo della Repubblica Romana e della memoria garibaldina (foto Marco Gradozzi) |
Durante l’assedio francese del 1849 l’osteria,
insieme al Vascello, era il punto più avanzato della difesa garibaldina. Nella
stalla dell’osteria morì il 3 giugno il ventiduenne Enrico Dandolo, ufficiale
del primo battaglione dei bersaglieri lombardi comandato da Luciano Manara. Il
ragazzo uscì da Porta S. Pancrazio per un assalto alla Villa Corsini; durante
lo scontro Dandolo si avvicinò a un gruppo di militari francesi che sembravano
però volersi arrendere. A trenta passi di distanza scattò la trappola, i
francesi si spostarono e una tremenda scarica di colpi si abbatté sui
bersaglieri e su Dandolo. Portato nella casa Giacometti il giovane ufficiale
morì tra le braccia dell’amico Emilio Morosini.
Sull'area della Villa Corsini fu costruito nel 1856 l'Arco dei Quattro Venti (Andrea Busiri Vici) - da Google Earth |
Nel
1936 fu progettato l’allargamento della strada e la demolizione dell’edificio,
tuttavia, l’intervento della Società di Mutuo Soccorso “Giuseppe Garibaldi” e
della Commissione esecutiva per l’erezione del Mausoleo Ossario gianicolense
scongiurò il pericolo.
La palla di cannone conficcata nel muro di cinta di Villa Pamphilj (foto Marco Gradozzi) |
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