domenica 8 dicembre 2013

Il portico del Circo Flaminio

Nel 221 a.C. Caio Flaminio Nepote, leader democratico di grande valore, viene eletto censore; dalla sua iniziativa nacquero la via Flaminia e il Circo Flaminio, luogo di riunione delle classi meno abbienti (concilia plebis). Intorno al perimetro del Circo sorgevano templi e portici impreziositi dalle innumerevoli opere d'arte predate dai romani durante le loro campagne militari. Caio Flaminio morì nel 217 a.C. durante la tragica battaglia del Trasimeno svoltasi contro i Cartaginesi di Annibale.

Con il passare dei secoli si perse ogni traccia del Circo che nella sua pianta doveva ricordare il più famoso Circo Massimo. Negli ultimi cento anni, grazie ai progressi dell'indagine archeologica, è stato possibile ricostruire  (in parte) i confini del Circo, delimitato a sud-est dal Teatro di Marcello e a nord-ovest da piazza Cairoli. In sostanza gran parte dell'area dell'antico Circo Flaminio corrisponde a quella su cui è stato costruito il Ghetto, risultando in seguito "tagliata" nella sua propaggine nord-occidentale dalla recente via Arenula.

Via di S. Maria dei Calderari (traversa di via Arenula) è una delle strade che conducono al Ghetto (i Calderari erano gli artigiani che producevano i catini in rame). In corrispondenza del civico 23 compare un arco in mattoni affiancato da due pilastri in travertino che sorreggono una piattabanda anch'essa in mattoni. Nel Rinascimento il monumento era ancora visibile: si trattava di un portico a due navate costruito su due livelli, chiamato all'epoca "craticula". L'archeologo Filippo Coarelli data il monumento all'età domizianea, forse quando il Capo Marzio fu ricostruito dopo il violentissimo incendio dell'80 d.C.







La "craticula" oggi. Fotografarla senza automobili è quasi impossibile (purtroppo). Notate il balcone sopra la piattabanda: è "leggermente" cresciuto.

1 commento:

  1. Fotografarla senza automobili è quasi impossibile (purtroppo). Mi sono fatto la stessa riflessione...

    RispondiElimina