Fig. 1 - L'obelisco Matteiano (foto Marco Gradozzi) |
Dall'alto dei suoi tremila
anni di storia Roma è una fonte inesauribile per chi è in cerca di avvenimenti da
raccontare. Tra quelli particolari, alcuni sono realmente accaduti, mentre
altri sono assolutamente inverosimili, come la celebre "leggenda
metropolitana" delle mani mozzate dall'obelisco di Villa Celimontana (fig. 1). La terribile
storia era inserita in un piccolo libro del 1885 intitolato Curiosità Romane, concepito dall'autore
(Costantino Maes, 1839-1910) come una raccolta di aneddoti avvenuti in varie
epoche. La leggenda raccontata da Maes prendeva spunto da un fatto realmente
accaduto nei primi anni dell'Ottocento, ossia il restauro e lo spostamento
dell'obelisco Matteiano.
Fig. 2 - piazza del Campidoglio all'inizio del Cinquecento; al centro l'obelisco, sullo sfondo la torre delle Milizie, a destra il palazzo Senatorio (Heemskerck) |
Verso la metà del Cinquecento la famiglia Mattei aveva
acquistato una vigna incolta sul Celio, trasformandola in pochi anni in una
bellissima villa decorata da statue e fontane. Il colpo finale fu l'obelisco.
Questo, da decenni a terra presso la chiesa di S. Maria in Aracoeli, venne donato
nel 1582 a Ciriaco Mattei dal Consiglio Segreto del Comune di Roma (fig. 2).
Fig. 3 - La collocazione originaria dell'obelisco Matteiano (Falda) |
Il monumento,
per la cui messa in opera erano stati ingaggiati i famosi Domenico e Giovanni
Fontana, fu collocato al centro di un giardino, come se fosse la spina di un antico circo
(fig. 3). Nel corso del tempo si alternarono vari proprietari, finché nel 1813 villa Mattei fu acquistata dal
politico spagnolo Manuel Godoy (fig. 4), che nel 1817 fece spostare l'obelisco
nell'area del "belvedere" (dove si trova tuttora).
Fig. 4 - Manuel Godoy |
In questo contesto
si inserisce il racconto "leggendario": durante la cerimonia di
inaugurazione organizzata da Godoy per il nuovo sito dell'obelisco una delle funi che lo tenevano sospeso si sarebbe rotta,
lasciandolo cadere sulle mani di un operaio intento a pulire
il relativo basamento. Tragedia, mani mozzate, addirittura un gomito amputato. Nel
2009 la Sovraintendenza ai Beni Culturali ha restaurato l'obelisco ed
è probabile che il primo pensiero dei tecnici sia stato proprio relativo a un
eventuale ritrovamento dei resti di quelle povere mani, infatti, nella
relazione finale si evidenzia come "non
sia stata rinvenuta alcuna traccia" del tremendo incidente.
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