Via del Babuino (strada Paulina) nel 1577 (Duperac) |
Le
mappe di Roma realizzate nel Cinquecento mostrano come la zona che dalle
pendici del Pincio giungeva fino alla strada oggi conosciuta con il nome di via
del Babuino fosse ancora poco abitata. Le poche case erano circondate da horti privati, mentre sul colle spiccavano
la chiesa della Trinità e villa Crescenzi (poi Medici). Il primo ad occuparsi
della strada che metteva in comunicazione piazza delle Trinità (piazza di
Spagna) con piazza del Popolo fu Clemente VII Medici (1525), seguito da Paolo
III Farnese (1540). Nonostante i lavori la strada, chiamata all'epoca via Paulina, era ancora semideserta e
abitata da povera gente, tanto che il tratto prossimo a piazza del Popolo era
chiamato Borghetto dei poveri. Per popolare
la strada e la zona circostante Paolo III puntò sugli artisti e sugli artigiani
stranieri, perciò furono esentati dal pagamento della tassa sulla professione i
forestieri che avevano avviato un’attività in via Paulina, così come furono esentati dal pagamento della tassa
sulla proprietà gli stranieri che avevano acquistato un immobile nella zona. L’idea
di Paolo III ebbe evidentemente successo, infatti, Sisto V (1585-1590) stabilì le
stesse agevolazioni per stranieri che sceglievano di lavorare o vivere in via Sistina.
Quando questi privilegi furono aboliti da Urbano VIII Barberini (1623-1644), scoppiò
il finimondo.
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