La lapide della chiesa di S. Salvatore alle Coppelle (foto Marco Gradozzi) |
Sul fianco sinistro della chiesa di S. Salvatore
alle Coppelle spicca una curiosa lapide in forma di cassetta postale.
ANNO IUBILEI MDCCL - QUI DEVONO METTERE I VIGLIETTI TUTTI GLI OSTI, ALBERGATORI, LOCANDIERI ED ALTRI, PER DARE NOTIZIA DE FORESTIERI CHE SI INFERMANO
NELLE LORO CASE ALLA VENERABILE CONFRATERNITA DELLA DIVINA PERSEVERANZA, CON AUTORITà
APOSTOLICA ERETTA A TENORE DELL’ULTIMO EDITTO DELL’EMINENTISSIMO VICARIO EMANATO IL Dì XVII DECEMBRE MDCCXLIX
La lapide fa riferimento a un editto del 1749
(vigilia del Giubileo) che puniva quei locandieri che non denunciavano la
presenza di clienti malati alla Confraternita del SS. Sacramento della Divina
Perseveranza. I “viglietti”, scritti dagli albergatori, venivano esaminati dai membri
della Confraternita, fondata nel 1633 da monsignor Mario Fani. L’istituto, che
aveva la sua sede all’interno della chiesa di S. Salvatore, forniva assistenza spirituale
e materiale alle persone inferme che risiedevano negli alberghi e locande di
Roma. Probabilmente l’autorità religiosa voleva tutelare un’importante fonte di
guadagno come il Giubileo dal rischio di pericolose epidemie. Dal 1919 la
chiesa è gestita dal clero greco-rumeno; la Confraternita non esiste più.
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