sabato 15 giugno 2019

Eppur si muovono 09 - L'obelisco di Antinoo oggi sul Pincio

Piazza Bucarest-L'obelisco
di Antinoo (foto Marco Gradozzi)

L’obelisco di piazza Bucarest, quasi nascosto tra i viali alberati del Pincio, non fu realizzato per celebrare divinità, imperatori o imprese militari; è soltanto il ricordo di un ragazzo e di un amore finito tragicamente. L’imperatore Adriano (117-138 d.C.) è uno dei personaggi più interessanti del mondo antico, non solo per la sua azione politica, ma anche per il pensiero filosofico e la sua idea di architettura. Quando il suo prediletto Antinoo morì (130 d.C.), l’imperatore costruì per lui una tomba, segnalata da un obelisco in granito rosa su cui furono incise scene cultuali che raffigurano Osiride-Antinoo e Adriano di fronte a varie divinità egizie. La tomba non fu mai trovata, perciò nel corso dei secoli sono state formulate moltissime ipotesi.

L'area di Vigna Barberini, a pochi metri
dal Colosseo (Google Earth).
La più recente appartiene all’archeologo Filippo Coarelli, che ha così tradotto uno dei geroglifici dell’obelisco: «L’Osiris Antinoo … che riposa in questa tomba (situata) nei giardini dell’imperatore in Roma». Sulla base di questa traduzione il Coarelli immagina che il povero Antinoo sia stato sepolto a Roma, in un giardino dedicato ad Adriano. Il luogo presunto sarebbe un’area del Palatino molto conosciuta, la Vigna Barberini, dove anticamente erano situati i giardini di Adriano. Fu in quel punto, secondo il Coarelli, che venne realizzata la tomba di Antinoo (forse un semplice tumulo), di fronte alla quale l’imperatore fece innalzare un obelisco commemorativo.

Il cosiddetto Sessorium (Google Earth)
Quasi un secolo dopo, nel 218 d.C., l’imperatore Elagabalo (218-222 d.C.) utilizzò i giardini di Adriano per costruirvi il suo tempio, perciò l’obelisco di Antinoo fu spostato e collocato sulla spina del Circo Variano, all’interno di un complesso residenziale (il Sessorium) che apparteneva alla famiglia imperiale, costruito sulla sommità del Celio all’inizio del III secolo, durante il regno dei Severi. Nel IV secolo Elena (madre dell’imperatore Costantino) trasformò l'Atrium del Sessorium nella chiesa di S. Croce in Gerusalemme. Le recenti scoperte archeologiche nell’area hanno evidenziato le gigantesche dimensioni del Circo Variano (situato tra via Eleniana e via Crotone), che misurava 630 metri di lunghezza, (il Circo Massimo misura “soltanto” 621 metri).

Via Ozieri/via Nuoro-L'epigrafe dei
fratelli Saccocci
(foto Marco Gradozzi).
Nel 1570 i fratelli Saccocci, proprietari della vigna sotto la quale era interrato il Circo, ritrovarono l’obelisco, innalzandolo di nuovo e ricordando la loro impresa con un’epigrafe oggi collocata sotto un fornice dell’Acqua Felice, tra via Ozieri e via Nuoro. Nel 1589 l’erudito Michele Mercati scrisse Obelischi di Roma, senza però nominare l’obelisco del Circo Variano, probabilmente perché all’epoca era di nuovo caduto a terra. Nel 1632 il monumento (rotto in due pezzi) fu trasportato di fronte a Palazzo Barberini. Nel 1773 Cornelia Barberini lo donò a papa Clemente XIV (1769-1774), che lo fece collocare nel Cortile della Pigna in Vaticano. Successivamente Pio VI Braschi (1775-1799) pensò di sistemare il monumento sopra il bellissimo basamento della Colonna Antonina (anch’esso in Vaticano).

Piazza Bucarest-L'iscrizione
celebrativa di Pio VII
(foto Marco Gradozzi)
Nel 1822 il pontefice Pio VII (1800-1823) fece innalzare l’obelisco in un piccolo piazzale del Pincio, oggi denominato piazza Bucarest. I lavori furono diretti dall’architetto Giuseppe Marini. L’obelisco è alto 9,25 metri; con il basamento e la stella sulla cima raggiunge 17,26 metri.

Nessun commento:

Posta un commento