Thot (Musei Vaticani) |
Una famosa statua del dio Thot,
purtoppo acefala, è esposta nei Musei Vaticani, all'interno del Museo Gregoriano
Egizio (realizzato nel 1839 da papa Gregorio XVI). Nell'antico Egitto Thot era il dio della scrittura,
delle formule divine e magiche, della giustizia nell’aldilà (durante il giudizio
Toth pesava le anime dei morti). La
statua del dio, rappresentato sia come ibis sia come babbuino, ha
originato uno dei toponimi più strani di Roma: S. Stefano del Cacco. Inizialmente la statua era
esposta nell'Iseo Campense, il monumentale santuario egizio del Campo Marzio dedicato
alla dea Iside. L'Iseo era molto grande, infatti, misurava 240 X 60 metri. Nell'VIII
secolo i resti della cella absidata della dea Iside furono inglobati nella chiesa
di S. Stefano in Pinea (la Pigna cui fa riferimento la chiesa era la gigantesca
pigna bronzea, attribuita alle Terme di Agrippa, attualmente esposta nel
cortile del Belvedere in Vaticano), mentre la statua del dio Thot continuò a
restare nelle vicinanze della chiesa fino al 1562, quando fu trasferita nel
Museo Egizio in Campidoglio.
Thot (Museo del Louvre) |
Gli abitanti del rione chiamavano
la statua Cacco perché assomigliava a un macaco. La parola macaco, di origine africana,
fu importata in Europa dai navigatori portoghesi che nel
XV e XVI secolo esplorarono le coste africane. È evidente come il passaggio da "macaco"
a "cacco" sia stato piuttosto breve. Diverse statue provenienti dal
santuario sono ora sparse in tutta la città: Madama Lucrezia a piazza S. Marco, un
colossale piede marmoreo all'angolo di via del Pie' di Marmo, una gatta di
marmo a palazzo Grazioli, una coppia di leoni in basalto all'inizio della cordonata
del Campidoglio, mentre un'altra (attualmente nel cortile del Belvedere in
Vaticano) era collocata sulla balaustra della Mostra dell'Acqua Felice a piazza
S. Bernardo.
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