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rosso-largo Magnanapoli giallo (alto) - Torre delle Milizie giallo (basso) - Torre Colonna (foto Google Earth) |
Largo Magnanapoli è uno di quei
luoghi di Roma dove non ci si ferma mai, soprattutto perché la piazzola al
centro funge da rotatoria per le auto, perciò a malapena ci si sofferma a
guardare l’aiuola oppure i filari superstiti delle Mura Serviane. E poi c’è Magnanapoli,
nome assolutamente insensato e incomprensibile. La genesi di questo toponimo è
veramente bizzarra e risale a uno dei momenti più tristi della storia della
nostra città. Alla fine della lunghissima guerra tra Bizantini e Goti (535-553)
Roma era ai minimi termini; tra assedi, carestie e pestilenze la
popolazione si era enormemente ridotta. I Goti erano stati sconfitti, tuttavia,
un nuovo nemico si profilava all’orizzonte: i Longobardi (568). Secondo un’ipotesi
verosimile (Enzo Valentini, La Torre delle Milizie) le milizie bizantine dell’imperatore
Tiberio Costantino (578-582) avrebbero costruito sulle propaggini del Quirinale
(dove ora c’è la gigantesca Torre delle Milizie) una cittadella fortificata (Nea Polis), utilizzando
in parte i resti delle Mura Serviane. Col passare degli anni le milizie
bizantine furono sostituite dalla leva locale; questa veniva reclutata (probabilmente)
in prossimità della cittadella, attraverso un bando di arruolamento (il
cosiddetto bannum). Ecco quindi le tre parole che sono all’origine del nostro
toponimo: Bannum Nea Polis. In seguito, a causa delle trascrizioni amanuensi, il
toponimo fu corrotto in Balneapolim, Neapolim, Valneapolis, Bagnanapoli fino ad
arrivare all’attuale Magnanapoli. Nel XIII secolo la cittadella fortificata
conobbe una nuova fase edilizia grazie alla costruzione di varie torri, fra cui l’enorme
Torre delle Milizie e la cosiddetta Torre Colonna (all’angolo tra via delle Tre
Cannelle e via IV Novembre). La vicina chiesa dedicata ai santi Domenico e
Sisto (largo Angelicum) è stata costruita sul luogo dell’antica chiesa medievale
dedicata a S. Maria Balneapolim.
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