mercoledì 8 aprile 2015

Il sogno di Giuditta

Via della Lungaretta 97; Lapide 
commemorativa di Giuditta Tavani
(foto M. Gradozzi)
Via della Lungaretta è una delle poche strade della nostra città che può vantare una frequentazione millenaria, infatti, il suo tracciato urbano si sovrappone (fino a S. Maria in Trastevere) a quello della via Aurelia (II secolo a.C.), l'antica strada romana che da ponte Aemilius (ponte Rotto) entrava dentro Trastevere, arrampicandosi sul Gianicolo fino a porta Aurelia (porta S. Pancrazio), da dove usciva puntando verso la costa. La moltitudine di gente che oggi percorre questa strada, frastornata dalle bellezze trasteverine che spuntano da ogni angolo, neanche si accorge della grande lapide posta sopra al civico 97. 

L'ingresso della casa
di Giulio Ajani
(foto M. Gradozzi)
Nell'ottobre del 1867 la casa, appartenente a Giulio Ajani (un imprenditore tessile che aveva il suo lanificio al piano terra dello stabile), era diventata il centro di raccolta di un gruppo di repubblicani pronti a mettere in gioco le proprie vite per porre fine allo Stato Pontificio. Tra gli ospiti dell'Ajani c'era anche Giuditta Tavani, insieme al marito (Francesco Arquati) e al figlio. Il clima che si respirava in quei giorni era di eccitazione ed attesa, infatti, sembrava che di lì a poco sarebbero arrivati sia i garibaldini sia le truppe italiane. Il 25 ottobre, probabilmente avvertiti da una soffiata, gli zuavi pontifici si presentarono all'ingresso del lanificio, mentre altri si posizionarono sul campanile del vicino monastero di S. Rufina. 

"L'eccidio della famiglia Tavani Arquati"
Carlo Ademollo 1880
Per tre volte gli zuavi cercarono, senza successo, di entrare nell'edificio; quando finalmente vi riuscirono la battaglia divampò violentissima, e fu in quel momento che il sogno libertario di Giuditta svanì.

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