domenica 5 maggio 2019

Eppur si muovono 02 - La facciata dell'edificio d'ingresso di Villa Altemps oggi in via del Campidoglio

Via del Campidoglio-Il palazzo della Tesoreria Comunale
(foto Marco Gradozzi)

L’edificio situato al civico 8 di via del Campidoglio è la sede della Tesoreria Comunale. Il palazzo, realizzato negli anni Venti del Novecento dall’architetto Ghino Venturi, riutilizza la bella facciata in travertino che originariamente era inserita nell’ingresso monumentale di Villa AltempsLa villa era situata all’inizio della via Flaminia, sulla destra uscendo da Porta del Popolo. I terreni erano stati acquistati nella seconda metà del Cinquecento dal cardinale Marco Sittico Altemps (1533-1595). L’architetto Onorio Longhi (1569-1619), figlio di Martino Longhi il Vecchio (progettista della Torre Capitolina), ricevette dal cardinale Altemps l’incarico di realizzare per la villa un edificio il cui prospetto principale fosse anche l’ingresso monumentale lungo la via Flaminia. L’edificio fu ultimato nel 1595L’ingresso monumentale, rimontato nel secolo scorso in via del Campidoglio, è a due piani: al piano terra si apre il portale d’ingresso affiancato da due finestre, mentre il primo piano è dotato di una loggia affiancata da due finestre. Lo stemma (abraso) sul timpano dell’edifico, sostenuto da due statue raffiguranti la Fama, appartiene a Clemente VIII Aldobrandini (1592-1605), pontefice durante la costruzione della Villa. Sulla facciata in travertino ricorrono alcuni riferimenti araldici della famiglia Altemps: la testa di ariete; il motivo del ponte di Sion sotto cui scorre tempestoso un corso d’acqua (sopra l’arco della loggia). Dalla facciata sono scomparsi alcuni stemmi (erano sopra le finestre) insieme alla maggior parte dei putti che li sostenevano.

Livio I principe Odescalchi (Jakob Voet)
Nel 1613 il duca Giovanni Angelo Altemps cedette al cardinale Scipione Borghese alcune proprietà della famiglia, tra cui la Villa lungo la via Flaminia. Nel 1616 il cardinale Borghese rivendette la Villa a suo cugino, il principe Marcantonio II Borghese. Nel 1644 il principe Giovan Battista Borghese, nipote di Marcantonio, ereditò la Villa, il cui ingresso monumentale era così descritto nel 1660 dall’erudito Fioravante Martinelli: «La Villa Altemps fuori dalla Porta del Popolo, hora del prencipe Borghese, ha la porta ricca di lavoro, et assai vaga architettata da Honorio Lungo». Durante il pontificato di Innocenzo XI Odescalchi (1676-1689) la Villa Altemps cambiò di nuovo proprietario. Una volta eletto, Innocenzo XI volle distinguersi dai suoi predecessori perciò scelse di non nominare cardinale il nipote Livio I principe Odescalchi (1652-1713), probabilmente per non dare adito alle critiche di eventuali detrattori. Fu soltanto alcuni anni dopo che il principe Odescalchi ebbe il permesso di acquistare alcuni immobili all’interno dello Stato pontificio. Nel 1685 Livio Odescalchi trattò con Giovan Battista Borghese l’acquisto di Villa Altemps: il principe Borghese mantenne i fabbricati che formavano l’angolo tra via del Muro Torto e l’inizio di via Flaminia (comprensivi di un fienile e dell’Osteria dei Tre Re), mentre il principe Livio Odescalchi ebbe i giardini, la vigna e il palazzetto con l’ingresso monumentale di Onorio Longhi. In un documento stilato in quegli anni l’edificio costruito da Onorio Longhi era definito «Casino con facciata su strada».

A sinistra l'edificio d'ingresso di Villa Altemps/Odescalchi.
(Archivio Fotografico Comunale)
Nel 1689, dopo la morte dello zio (Innocenzo XI), Livio Odescalchi assegnò all’architetto svizzero Carlo Buratti (1651-1734) l’incarico di trasformare la Villa in un luogo davvero particolare; infatti, il principe era un membro dell’Arcadia, l’accademia letteraria fondata a Roma nel 1690 (il suo pseudonimo era Aquilio Naviano). Il principe Odescalchi chiese al Buratti di adattare l’architettura della Villa agli ideali letterari dell’Arcadia: semplicità e buon gusto. Fu in questa fase che la Villa venne dotata di fontane, giochi d’acqua, sculture e un nuovo Casino sulla cima della collina. Nel 1707 l’ingresso monumentale della villa lungo la via Flaminia venne decorato dal Buratti con un nuovo apparato di stucchi.

La porzione di Villa Altemps/Odescalchi
acquistata dal principe Borghese per costruire
i Propilei progettati da Luigi Canina.
Nel 1798 Livio II principe Odescalchi (1725-1805), mise in vendita la villa. Nel 1820 Innocenzo IV principe Odescalchi cedette la Villa a Pietro Nazzari. Nel 1827 il principe Camillo Borghese (marito di Paolina Bonaparte) acquistò «a caro prezzo gl’intieri Orti già Odescalchi a solo motivo di avere una piccola porzione di essi, per compiere quella piazza che rimarrà di pubblico diritto, essendo essa intieramente fuori della di lui possidenza». I Nazzari furono costretti a cedere una parte della loro proprietà perché il principe Borghese doveva realizzare l’ingresso monumentale di Villa Borghese, con i famosi propilei neoclassici progettati dall’architetto Luigi Canina (1795-1856). Nel 1876 l’area appena fuori Porta del Popolo iniziò a cambiare aspetto, infatti, furono demolite le torri che fiancheggiavano la Porta per consentire l’apertura dei due fornici laterali (architetto Mercandetti). Nel 1877 iniziò l’allargamento della via Flaminia, perciò la Villa Altemps/Odescalchi e le sue costruzioni furono demolite; per consentire l’ampliamento della strada i nuovi palazzi furono costruiti in posizione arretrata.

L'ingresso di Villa Altemps/Odescalchi
fotografato prima della demolizione.
(Archivio Fotografico Comunale)
Nel 1882 Candido Valli, nuovo proprietario dell’area su cui era costruita Villa Altemps, fece demolire le antiche costruzioni, cedendo al Comune la prestigiosa facciata dell’ingresso monumentale realizzato da Onorio Longhi. La facciata in travertino venne completamente smontata e i suoi elementi restarono per anni accatastati all’interno di Villa Borghese. Finalmente, nel 1926 l’architetto Ghino Venturi poté ricostruire la facciata di Onorio Longhi adattandola al nuovo palazzo della Tesoreria Comunale in via del Campidoglio.

Palazzo Valli, costruito sui terreni di Villa Altemps/Odescalchi
(Google Earth)


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