venerdì 10 maggio 2019

Eppur si muovono 04 - La facciata cinquecentesca di via delle Tre Pile oggi lungo la Passeggiata del Gianicolo


Passeggiata del Gianicolo - La facciata
dell'edificio di via delle Tre Pile
(foto Marco Gradozzi)

L’edificio dall’elegante architettura cinquecentesca che sorge al termine della Passeggiata del Gianicolo, di fronte alla statua dell’eroe romano Ciceruacchio, ha sempre acceso la mia fantasia, soprattutto per un’iscrizione collocata sopra una delle porte: QUESTA FACCIATA DELLA CASA DETTA DI MICHELANGELO, GIA IN VIA DELLE TRE PILE, DEMOLITA NELL’ANNO MCMXXX, FU RICOSTRUITA AD ORNAMENTO DELLA PASSEGGIATA PUBBLICA, XXI APRILE MCMXLI. La facciata della casa di Michelangelo sul Gianicolo? Sembra incredibile, e infatti non bisogna crederci.

Campidoglio (Falda 1660). La Strada
Capitolina è quella sulla destra, vicino
alla cordonata.
La storia dell’edificio inizia alla fine del Cinquecento, quando l’unico accesso carrozzabile al Campidoglio era costituito dalla Strada Capitolina, una strada molto ripida che saliva a fianco della famosa cordonata. Una nota immagine delle pendici del Campidoglio, realizzata nel 1660 da Giovanni Battista Falda (1643-1678), mostra sulla destra alcuni edifici costruiti lungo la Strada Capitolina.

Il monumento che ricorda
l'apertura di via delle Tre Pile.
(foto Marco Gradozzi)
Nel 1692 papa Innocenzo XII Pignatelli (1691-1700) decise di allargare la strada per consentire alle carrozze di salire sul colle più agevolmente. Il tracciato fu allargato grazie alla demolizione dell’edificio che la stampa del Falda mostra più vicino alla balaustra. La nuova strada prese il nome di via delle Tre Pile, in omaggio alle pignatte presenti nel simbolo araldico della famiglia Pignatelli (le pignatte sono le pile, ossia le pentole). Per ricordare l’apertura del nuovo tracciato fu collocato all’inizio della strada un monumento (spostato nel 1872 presso il primo tornante).

Nel dettaglio del disegno del Falda
(1660) si riconosce la facciata
dell'edificio in seguito ricostruito
sul Gianicolo (1941).
All’inizio dell’Ottocento l’architetto Angelo Uggeri (1754-1837) disegnò il prospetto principale di un edificio di via delle Tre Pile, stabilendo arbitrariamente che quella era la «casa di Michelangelo costruita e abitata da lui medesimo». Alcuni studiosi si spinsero oltre, affermando che quel prospetto era stato ottenuto riutilizzando i materiali di un presunto ninfeo situato nel cortile interno di una casa di Michelangelo. Eppure, la facciata dell’edificio era abbastanza riconoscibile nel disegno realizzato dal Falda nel 1660.

Il palazzo di via dei Fornari
dove abitava e lavorava Michelangelo
(Nolli 1748)
Fortunatamente le continue ricerche sulla vita di Michelangelo hanno ormai fatto chiarezza anche sulle sue residenze romane: piazza della Cancelleria (la prima), Borgo (per un breve periodo) e via dei Fornari (l’ultima).

La casa dei marchesi Pellegrini
prima delle demolizioni del 1874.
(Catasto Gregoriano 1820)
Nel 1874, il Comune decise di allargare ulteriormente via delle Tre Pile, perciò acquistò dai marchesi Pellegrini l’edificio arbitrariamente definito residenza di Michelangelo. La casa non venne demolita del tutto perché l’architetto Domenico Jannetti (1815-1889), anch’egli residente in via delle Tre Pile, riuscì a salvare il prospetto principale della casa, ricostruendolo addossato a una costruzione moderna situata dopo il primo tornante della strada, quasi a ridosso dell’ingresso di Villa Caffarelli.

La facciata dell'edificio dopo
il salvataggio di Jannetti.
(A.F.C. 1900)
Forse il “salvataggio” di Jannetti fu condizionato dall’ipotesi di Uggeri, assolutamente convinto che quella fosse la casa di Michelangelo. Nel 1930 iniziò il cosiddetto “isolamento” del Campidoglio, che venne così liberato da tutte le abitazioni costruite alle sue pendici. Tutte le case di via delle Tre Pile furono demolite, tuttavia, la facciata della presunta abitazione di Michelangelo si salvò ancora una volta. Antonio Munoz - all’epoca capo dell’Ufficio delle Belle Arti del Governatorato di Roma – non demolì quella facciata, forse perché rimase colpito dall’eleganza del suo aspetto, o forse perché pensava che provenisse davvero da una casa di Michelangelo.

Il luogo in cui era l'edificio all'epoca
del salvataggio di Jannetti.
(Google Earth)
Grazie a Munoz gli elementi architettonici del prospetto di via delle Tre Pile (le parti in travertino, peperino e i mattoni originali) furono conservati per anni nelle gallerie della Rupe Tarpea. Nel 1939 l’architetto Adolfo Pernier (1874-1937) - membro corrispondente dell’Accademia dei Lincei fin dal 1920 - chiese al principe Gian Giacomo Borghese (capo del Governatorato di Roma) l’autorizzazione per rimontare presso il cancello della Passeggiata del Gianicolo gli elementi architettonici della facciata demolita nel 1930 in via delle Tre Pile. Anche lui era convinto che gli elementi della facciata provenissero da una casa di Michelangelo, nonostante la sua vera casa/studio - quella dove visse fino alla morte (1564) - fosse in via dei Fornari, nei pressi della chiesa intitolata a S. Maria di Loreto. Grazie alla nuova struttura, inaugurata sulla Passeggiata del Gianicolo il 21 aprile 1941, fu possibile nascondere un grosso serbatoio dell’acqua realizzato dall’ACEA nel 1938.

Piazza della Madonna di Loreto.
La lapide che ricorda l'abitazione
di Michelangelo in via dei Fornari.
(foto Marco Gradozzi)



Nessun commento:

Posta un commento