Via del Campidoglio-Il palazzo della Tesoreria Comunale (foto Marco Gradozzi) |
L’edificio situato al civico 8 di via del Campidoglio è la sede della Tesoreria Comunale. Il palazzo,
realizzato negli anni Venti del Novecento dall’architetto Ghino Venturi, riutilizza la bella facciata in travertino che
originariamente era inserita nell’ingresso monumentale di Villa Altemps. La villa era situata all’inizio della
via Flaminia, sulla destra uscendo da Porta del Popolo. I terreni erano stati
acquistati nella seconda metà del Cinquecento dal cardinale Marco Sittico Altemps (1533-1595). L’architetto
Onorio Longhi (1569-1619), figlio di
Martino Longhi il Vecchio
(progettista della Torre Capitolina), ricevette dal cardinale Altemps l’incarico
di realizzare per la villa un edificio
il cui prospetto principale fosse
anche l’ingresso monumentale lungo
la via Flaminia. L’edificio fu ultimato nel 1595. L’ingresso monumentale, rimontato nel
secolo scorso in via del Campidoglio, è a due piani: al piano terra si apre il
portale d’ingresso affiancato da due finestre, mentre il primo piano è dotato
di una loggia affiancata da due finestre. Lo stemma (abraso) sul timpano dell’edifico,
sostenuto da due statue raffiguranti la Fama, appartiene a Clemente VIII Aldobrandini (1592-1605), pontefice durante la
costruzione della Villa. Sulla facciata in travertino ricorrono alcuni riferimenti araldici della famiglia
Altemps: la testa di ariete; il motivo del ponte di Sion sotto cui scorre
tempestoso un corso d’acqua (sopra l’arco della loggia). Dalla facciata sono
scomparsi alcuni stemmi (erano sopra le finestre) insieme alla maggior parte
dei putti che li sostenevano.
Livio I principe Odescalchi (Jakob Voet) |
Nel 1613 il duca Giovanni Angelo
Altemps cedette al cardinale Scipione
Borghese alcune proprietà della famiglia, tra cui la Villa lungo la via
Flaminia. Nel 1616 il cardinale Borghese rivendette la Villa a suo cugino, il
principe Marcantonio II Borghese. Nel 1644 il principe Giovan Battista Borghese, nipote di Marcantonio, ereditò la Villa,
il cui ingresso monumentale era così descritto nel 1660 dall’erudito Fioravante Martinelli: «La Villa Altemps fuori dalla Porta del Popolo, hora del prencipe Borghese, ha la
porta ricca di lavoro, et assai vaga architettata da Honorio Lungo». Durante il pontificato di Innocenzo XI Odescalchi (1676-1689) la
Villa Altemps cambiò di nuovo proprietario. Una volta eletto, Innocenzo XI
volle distinguersi dai suoi predecessori perciò scelse di non nominare
cardinale il nipote Livio I principe
Odescalchi (1652-1713), probabilmente per non dare adito alle critiche di
eventuali detrattori. Fu soltanto alcuni anni dopo che il principe Odescalchi
ebbe il permesso di acquistare alcuni immobili all’interno dello Stato
pontificio. Nel 1685 Livio
Odescalchi trattò con Giovan Battista Borghese l’acquisto di Villa Altemps: il
principe Borghese mantenne i fabbricati che formavano l’angolo tra via del Muro
Torto e l’inizio di via Flaminia (comprensivi di un fienile e dell’Osteria dei
Tre Re), mentre il principe Livio Odescalchi ebbe i giardini, la vigna e il
palazzetto con l’ingresso monumentale di Onorio Longhi. In un documento stilato
in quegli anni l’edificio costruito da Onorio Longhi era definito «Casino con facciata su strada».
A sinistra l'edificio d'ingresso di Villa Altemps/Odescalchi. (Archivio Fotografico Comunale) |
Nel 1689, dopo la morte dello zio
(Innocenzo XI), Livio Odescalchi assegnò all’architetto svizzero Carlo Buratti (1651-1734) l’incarico di
trasformare la Villa in un luogo davvero particolare; infatti, il principe era
un membro dell’Arcadia, l’accademia
letteraria fondata a Roma nel 1690 (il suo pseudonimo era Aquilio Naviano). Il principe Odescalchi chiese al Buratti di
adattare l’architettura della Villa agli ideali letterari dell’Arcadia:
semplicità e buon gusto. Fu in questa fase che la Villa venne dotata di
fontane, giochi d’acqua, sculture e un nuovo Casino sulla cima della collina.
Nel 1707 l’ingresso monumentale della villa lungo la via Flaminia venne
decorato dal Buratti con un nuovo apparato di stucchi.
La porzione di Villa Altemps/Odescalchi acquistata dal principe Borghese per costruire i Propilei progettati da Luigi Canina. |
Nel 1798 Livio II principe Odescalchi (1725-1805), mise in vendita la villa.
Nel 1820 Innocenzo IV principe
Odescalchi cedette la Villa a Pietro Nazzari. Nel 1827 il principe Camillo Borghese (marito di Paolina
Bonaparte) acquistò «a caro prezzo gl’intieri Orti già Odescalchi a solo motivo
di avere una piccola porzione di essi, per compiere quella piazza che rimarrà
di pubblico diritto, essendo essa intieramente fuori della di lui possidenza».
I Nazzari furono costretti a cedere una parte della loro proprietà perché il
principe Borghese doveva realizzare l’ingresso monumentale di Villa Borghese,
con i famosi propilei neoclassici
progettati dall’architetto Luigi Canina
(1795-1856). Nel 1876 l’area appena fuori Porta del
Popolo iniziò a cambiare aspetto, infatti, furono demolite le torri che
fiancheggiavano la Porta per consentire l’apertura dei due fornici laterali
(architetto Mercandetti). Nel 1877 iniziò l’allargamento della via Flaminia, perciò la Villa
Altemps/Odescalchi e le sue costruzioni furono demolite; per consentire
l’ampliamento della strada i nuovi palazzi furono costruiti in posizione
arretrata.
L'ingresso di Villa Altemps/Odescalchi fotografato prima della demolizione. (Archivio Fotografico Comunale) |
Nel 1882 Candido Valli, nuovo proprietario dell’area su cui era
costruita Villa Altemps, fece demolire le antiche costruzioni, cedendo al
Comune la prestigiosa facciata dell’ingresso monumentale realizzato da Onorio
Longhi. La facciata in travertino venne completamente smontata e i suoi
elementi restarono per anni accatastati all’interno di Villa Borghese.
Finalmente, nel 1926 l’architetto Ghino Venturi poté ricostruire la facciata di
Onorio Longhi adattandola al nuovo palazzo della Tesoreria Comunale in via del
Campidoglio.
Palazzo Valli, costruito sui terreni di Villa Altemps/Odescalchi (Google Earth) |
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