I resti dell'insula romana e della chiesa medievale di S. Biagio de Mercato (foto Marco Gradozzi) |
Il suggestivo scorcio
costituito dalla cordonata del Campidoglio, dalla scalinata dell’Aracoeli e dal
Vittoriano sembra cristallizzato nel tempo ma in realtà non ha neanche cento
anni. Le demolizioni realizzate tra la fine dell’Ottocento e i primi anni del
Novecento sconvolsero la topografia del luogo, tuttavia, un edificio fu salvato,
o meglio, spostato: la chiesa di S. Rita. Nell’XI secolo la famiglia Boccabella, molto influente nel rione
Campitelli, finanziò la costruzione alle pendici del Campidoglio di una chiesa dedicata
a S. Biagio. L’edificio fu costruito sui resti di una insula
romana del II secolo d.C. Nel medioevo la chiesa fu denominata S. Biagio de Mercato per la vicinanza
con il mercato alimentare.
Affresco trecentesco della chiesa di S. Biagio de Mercato (foto Marco Gradozzi) |
Della chiesa medievale sopravvivono il campanile romanico a bifore e l’arcosolio di una tomba della famiglia Boccabella
(l’affresco trecentesco rappresenta la Pietà tra la Madonna e S. Giovanni
Evangelista). Nel 1627 papa Urbano VIII Barberini (1623-1644)
incluse tra i beati Margherita Lotti, conosciuta come Rita da Cascia (1381-1457). Nel 1655 monsignor Giuseppe Cruciani da Cascia dedicò alla beata Rita la
Confraternita
della Corona di Spine di Nostro Signore Gesù Cristo. Nel 1658 papa Alessandro VII Chigi (1655-1667) stabilì che la sede della
confraternita fosse nella chiesa di S.
Biagio de Mercato, che da quel momento fu intestata anche alla Beata Rita da Cascia. Inizialmente la Confraternita ammetteva soltanto i
cittadini e gli oriundi di Cascia.
La chiesa di S. Rita nel Seicento (Falda) |
Nel 1665
la chiesa – situata nei pressi della dalla scalinata che conduceva alla chiesa
di S. Maria in Aracoeli - fu ristrutturata dall’architetto Carlo Fontana. All’epoca sia le pendici del Campidoglio sia la
piazza dell’Aracoeli erano completamente occupate da edifici, che davano luogo
a strade e vicoli. Quando il Fontana ristrutturò la chiesa della beata Rita, lo fece tenendo conto del
fatto che questa si affacciava sulla stretta via della Pedacchia (scomparsa con le demolizioni); poiché
l’edificio poteva essere osservato soltanto da una prospettiva diagonale (visuale obliqua), il Fontana fece in modo
che i compartimenti laterali del piano
superiore fossero concavi.
Il pallino rosso indica sia il luogo della chiesa di S. Rita sia l'inizio di via della Pedacchia (Falda) |
Alla fine dell’Ottocento la costruzione del monumento a Vittorio Emanuele II
provocò la demolizione dell’edilizia adiacente al colle, ad eccezione di quella
esistente lungo via della Pedacchia. La chiesa di S. Rita da Cascia (la beata
era stata santificata nel 1900) scomparve nel 1929, quando, in seguito all’ennesima Variante al Piano Regolatore,
furono demoliti tutti gli edifici compresi tra piazza dell’Aracoeli e il
Campidoglio, mentre la Rupe Tarpea fu “isolata” nel tratto compreso tra la salita
delle Tre Pile e piazza Montanara. L’architetto Gustavo Giovannoni criticò la demolizione della chiesa, affermando
che a causa della sua scomparsa il monumento a Vittorio Emanuele II «schiaccia
la massa (del Campidoglio) e ne turba l’effetto … le visuali sconfinano ed i
rapporti hanno perduto ogni norma ed ogni equilibrio».
Il sito originario della chiesa di S. Rita (foto Marco Gradozzi) |
Per Giovannoni la
soluzione del problema sarebbe stata la ricostruzione della chiesa al fianco
della scalinata dell’Aracoeli. Invece, su proposta dell’architetto Vincenzo Fasolo, la chiesa di S. Rita
fu ricostruita all’angolo di via
Montanara, con il prospetto originale rivolto verso il Convento delle Oblate. Il progetto prevedeva anche la costruzione –
di fianco alla chiesa - di un terrazzo verso il Teatro di Marcello, il restauro
del tempio di Apollo, il restauro dell’Albergo della Catena, la ricostruzione
della casa di Flaminio Ponzio (piazza Campitelli), la sistemazione dell’area
archeologica. La chiesa ricostruita sarebbe diventata la sede dell’Ufficio
della X Ripartizione Antichità e Belle
Arti.
La chiesa di S. Rita in via Montanara (foto Marco Gradozzi) |
I lavori per la ricostruzione della chiesa, iniziati nel 1938, si
conclusero il 21 aprile 1940. La definitiva sistemazione “ad angolo” della
chiesa ha alterato la prospettiva creata
dal Fontana perché nella collocazione originaria i prospetti laterali
dell’edificio erano nascosti dagli edifici circostanti. Dopo la demolizione
della chiesa, il titolo di S. Rita e la sede della Confraternita furono trasferiti nella chiesa di S. Maria Assunta in via delle Vergini.
Negli anni Cinquanta l'edificio venne assegnato alla congregazione della Piccola Opera della Divina Provvidenza
fondata da Don Orione. Nel 1990 la chiesa è stata trasformata in uno spazio espositivo, denominato Sala Santa Rita, gestito dal Comune di Roma.
I due pallini colorati indicano il cammino percorso dalla chiesa di S. Rita (Google Earth) |
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