Passeggiata del Gianicolo - La facciata dell'edificio di via delle Tre Pile (foto Marco Gradozzi) |
L’edificio dall’elegante architettura cinquecentesca
che sorge al termine della Passeggiata
del Gianicolo, di fronte alla statua dell’eroe romano Ciceruacchio, ha sempre acceso la mia fantasia, soprattutto per
un’iscrizione collocata sopra una delle porte: QUESTA FACCIATA DELLA CASA DETTA
DI MICHELANGELO, GIA IN VIA DELLE TRE PILE, DEMOLITA NELL’ANNO MCMXXX, FU
RICOSTRUITA AD ORNAMENTO DELLA PASSEGGIATA PUBBLICA, XXI APRILE MCMXLI. La facciata
della casa di Michelangelo sul Gianicolo? Sembra incredibile, e infatti non
bisogna crederci.
Campidoglio (Falda 1660). La Strada Capitolina è quella sulla destra, vicino alla cordonata. |
La storia dell’edificio inizia alla fine del
Cinquecento, quando l’unico accesso carrozzabile al Campidoglio era costituito
dalla Strada Capitolina, una strada molto ripida che saliva a fianco
della famosa cordonata. Una nota immagine delle pendici del Campidoglio,
realizzata nel 1660 da Giovanni Battista Falda (1643-1678),
mostra sulla destra alcuni edifici costruiti lungo la Strada Capitolina.
Il monumento che ricorda l'apertura di via delle Tre Pile. (foto Marco Gradozzi) |
Nel 1692
papa Innocenzo XII Pignatelli
(1691-1700) decise di allargare la strada per consentire alle carrozze di
salire sul colle più agevolmente. Il tracciato fu allargato grazie alla
demolizione dell’edificio che la stampa del Falda mostra più vicino alla
balaustra. La nuova strada prese il nome di via delle Tre Pile, in omaggio alle pignatte presenti nel simbolo araldico della famiglia Pignatelli (le pignatte sono le pile,
ossia le pentole). Per ricordare l’apertura del nuovo tracciato fu collocato
all’inizio della strada un monumento
(spostato nel 1872 presso il primo tornante).
Nel dettaglio del disegno del Falda (1660) si riconosce la facciata dell'edificio in seguito ricostruito sul Gianicolo (1941). |
All’inizio dell’Ottocento l’architetto Angelo Uggeri (1754-1837) disegnò il prospetto
principale di un edificio di via delle Tre Pile, stabilendo arbitrariamente che
quella era la «casa di Michelangelo costruita e abitata da lui medesimo». Alcuni
studiosi si spinsero oltre, affermando che quel prospetto era stato ottenuto riutilizzando
i materiali di un presunto ninfeo situato nel cortile interno di una casa di
Michelangelo. Eppure, la facciata dell’edificio era abbastanza riconoscibile nel
disegno realizzato dal Falda nel 1660.
Il palazzo di via dei Fornari dove abitava e lavorava Michelangelo (Nolli 1748) |
Fortunatamente le continue ricerche
sulla vita di Michelangelo hanno ormai fatto chiarezza anche sulle sue
residenze romane: piazza della Cancelleria (la prima), Borgo (per un breve
periodo) e via dei Fornari (l’ultima).
La casa dei marchesi Pellegrini prima delle demolizioni del 1874. (Catasto Gregoriano 1820) |
Nel 1874,
il Comune decise di allargare ulteriormente via delle Tre Pile, perciò acquistò
dai marchesi Pellegrini l’edificio
arbitrariamente definito residenza di Michelangelo. La casa non venne demolita
del tutto perché l’architetto Domenico
Jannetti (1815-1889), anch’egli residente in via delle Tre Pile, riuscì a
salvare il prospetto principale della
casa, ricostruendolo addossato a una costruzione moderna situata dopo il primo
tornante della strada, quasi a ridosso dell’ingresso di Villa Caffarelli.
La facciata dell'edificio dopo il salvataggio di Jannetti. (A.F.C. 1900) |
Forse il “salvataggio” di Jannetti fu
condizionato dall’ipotesi di Uggeri, assolutamente convinto che quella fosse la
casa di Michelangelo. Nel 1930
iniziò il cosiddetto “isolamento” del Campidoglio, che venne così liberato da
tutte le abitazioni costruite alle sue pendici. Tutte le case di via delle Tre
Pile furono demolite, tuttavia, la facciata della presunta abitazione di
Michelangelo si salvò ancora una volta. Antonio
Munoz - all’epoca capo dell’Ufficio
delle Belle Arti del Governatorato di
Roma – non demolì quella facciata, forse perché rimase colpito
dall’eleganza del suo aspetto, o forse perché pensava che provenisse davvero da
una casa di Michelangelo.
Il luogo in cui era l'edificio all'epoca del salvataggio di Jannetti. (Google Earth) |
Grazie a Munoz gli elementi architettonici del
prospetto di via delle Tre Pile (le parti in travertino, peperino e i mattoni
originali) furono conservati per anni nelle gallerie della Rupe Tarpea. Nel 1939 l’architetto Adolfo
Pernier (1874-1937) - membro corrispondente dell’Accademia dei Lincei fin
dal 1920 - chiese al principe Gian
Giacomo Borghese (capo del Governatorato di Roma) l’autorizzazione per
rimontare presso il cancello della Passeggiata
del Gianicolo gli elementi architettonici della facciata demolita nel 1930
in via delle Tre Pile. Anche lui era convinto che gli elementi della facciata
provenissero da una casa di Michelangelo, nonostante la sua vera casa/studio -
quella dove visse fino alla morte (1564) - fosse in via dei Fornari, nei pressi
della chiesa intitolata a S. Maria di Loreto. Grazie alla nuova struttura, inaugurata
sulla Passeggiata del Gianicolo il 21
aprile 1941, fu possibile nascondere un grosso serbatoio dell’acqua realizzato dall’ACEA nel 1938.
Piazza della Madonna di Loreto. La lapide che ricorda l'abitazione di Michelangelo in via dei Fornari. (foto Marco Gradozzi) |
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